Il museo del crimine ambientale, testimonianza delle torture sugli animali
Corriere.it
Gli orsi torturati per estrarre le bile. La strage dei rinoceronti massacrati per la polvere contenuta nei loro corni. Sono due esempi dei crimini contro il pianeta che verranno spiegati nel Museo permanente del crimine ambientale, pronto a debuttare all’interno del Bioparco di Roma all’inizio dell’estate. Il primo polo museale europeo che esporrà il patrimonio formato dai sequestri dal Corpo forestale. Un tesoro della morte fatto di corpi, pelli, zanne e pezzi di corno, composto da più 70 mila reperti, che verrà usato per insegnare ai bambini il rispetto della vita e le motivazioni che stanno dietro a questi crimini brutali.
I sequestri della Forestale
SEQUESTRI – A pensare di utilizzare in maniera pedagogica il patrimonio dei reperti sequestrati dalla Forestale, il neo presidente del Bioparco Federico Coccia. Veterinario e padre di tre figli che, oltre a prendersi cura degli animali che popolano Villa Borghese, ha deciso di trovare un modo per sensibilizzare il grande pubblico sul commercio illegale della fauna e della flora in via d’estinzione. Facendo costruire all’interno del parco uno spazio espositivo di 600 metri quadro e suddiviso in aree geografiche dove, a partire dall’estate, si potrà vedere il bottino sequestrato dalle numerose operazioni nazionali e internazionali effettuate dagli agenti forestali.
PATRIMONIO STATALE – In scena, una parte dei più dei 70 mila reperti conservati in Italia. Tra cui, ad esempio, l’avorio, le pelli, i gusci delle tartarughe, i corni di rinoceronte, i pezzi di corallo e le conchiglie. Ma anche i monili, i souvenir e i medicinali realizzati con parti di piante e animali protetti e tutelati dalla Convenzione internazionale di Washington (Cites). «Generalmente», spiega Coccia, «si tende a nascondere e a conservare questo tipo di reperti, mentre è importante che i bambini sappiano la verità sui crimini che vengono fatti contro gli animali. Capendolo attraverso un percorso educativo e non in maniera scioccante».
RUOLO EDUCATIVO – Una comprensione del crimine che può avvenire più facilmente, soprattutto se poco prima si è visto e giocato con gli animali in vita. «Vedere gli stessi animali prima vivi e in buona salute aiuta i bambini a capire i motivi per cui è necessario non fargli del male. E lo scopo per cui il Corpo forestale si batte per fermare il traffico illegale». Operazioni sul campo che i bambini potranno comprendere meglio anche grazie ai video dei recuperi dei reperti, che verranno proiettati all’interno dell’ultima stanza del museo. Un impatto emotivo che, oltre per gli animali, verrà sollecitato anche per i reati botanici. «Nei 17 ettari del Bioparco», conclude Coccia, «ci sono piante secolari. Ed è importante che i bambini capiscano anche quanto sia grande il valore della loro vita».
TRAFFICO ILLEGALE – Un amore per la vita che sta al centro delle operazioni del Cites, impiegati a contrastare i traffici che muovono un giro d’affari da oltre 260 miliardi. Inferiore, come guadagni, solo a quello delle droga e delle armi. «Ogni anno», spiega Ciro Lungo, responsabile del servizio Cites della Forestale, «sequestriamo una media di 6 mila reperti e circa 1.300 esemplari vivi». Tra i sequestri, anche i prelievi illegali fatti dalla barriera corallina e le parti di piante, come ad esempio la corteccia del Prunus africana considerata un rimedio per la prostata. «A essere sotto scacco dei traffici mafiosi però», conclude Lungo, «sono soprattutto i grandi animali, come tigri, elefanti e rinoceronti».
IL MASSACRO – Tra gli esempi dei crimini che più colpiscono, la strage degli orsi della luna in Tibet. Dove più di 20 mila esemplari sono costretti a vivere in lager chiamati fattorie della bile, con un catetere impiantato nell’intestino per estrarre il liquido considerato prezioso nella medicina cinese e utilizzato come ingrediente base di integratori, shampoo e persino di vini e di bevande. Una tortura straziante che può durare anche tutta la loro vita. Solo i più fortunati, infatti, riescono a uccidersi da soli impazziti dal dolore. Frantumandosi la testa contro le sbarre della gabbia o strappandosi con i denti l’intestino fino a quando il loro cuore cessa di battere. Non se la passano meglio le tigri, gli squali, i rinoceronti, colpiti dalla superstizione umana che ha visto in alcune parti dei loro corpi il segreto della virilità. Credenze secolari che, nonostante il terzo millennio, continuano a esistere, alimentando la strage di migliaia di animali innocenti
Carlotta Clerici11 marzo 2013