Dagli Usa il Ramadan ecologico
Obiettivo del gruppo ambientali rendere più ecosostenibile l’annuale appuntamento religioso. A partire dalle ftars notturne, i banchetti serali allestiti dai musulmani quando rompono il tradizionale digiuno
WASHINGTON – Proteggere il pianeta, difenderlo dall’incuria umana e dall’accumulo violento e velenoso dei rifiuti: esiste modo migliore per dare un senso spirituale all’esistenza? Probabilmente no. E riciclare è dunque un atto di fede. Ragion per cui i musulmani negli Stati Uniti stanno cercando nuove strategie per rendere il Ramadan più “verde” ed eco-sostenibile. L’obiettivo è ridurre l’impatto ambientale sulla Terra dell’annuale appuntamento religioso e lo slogan è “Reduce, Reuse, Recycle”. Tutto all’insegna della R di Ramadan. Perché in fondo anche il Corano parla di rispetto del Pianeta.
Al centro della spinta “green”, le iftars notturne, i banchetti serali allestiti dai musulmani quando rompono il tradizionale digiuno al tramonto. La tendenza a festeggiare un Ramadan più sostenibile l’ha raccontata il sito di informazione Bikyamasr che ha riportato le dichiarazioni di Ryan Strom del gruppo ecologico “Green Muslims”.
Strom spiega che il Corano parla molto chiaramente di rispetto per il Pianeta, e sulla base di queste indicazioni spirituali illustra, nelle sue riunioni, come rendere le iftars serali più “green”. Gli incontri più grandi di solito sono tenuti presso le moschee locali, a volte in presenza di centinaia di persone. Una situazione che spesso degenera in un gran caos, lasciando il giorno dopo la moschea piena di rifiuti.
“Molti musulmani hanno iniziato a tenere iftars “verdi”, prendendo coscienza dell’enorme impatto ambientale dei festeggiamenti rituali durante il Ramadan”, spiega Strom. “Sempre più spesso negli Stati Uniti si registrano iniziative denominate “Trash Iftars Zero” che forniscono alternative valide per i banchetti tradizionali che producono cumuli di immondizia di piatti, bicchieri e utensili usa e getta utilizzati durante le serate”.
Un esempio di moschee a prova di ambiente? La Dar Al Hijrah e l’Adams Center, entrambe nel Nord Virginia. Per non parlare di quella di Saadiyat Islandnel, ad Abu Dahabi, approvata anche dal General Authority of Islamic Affairs and Endowments locale, che ha immediatamente inserito il progetto all’interno del “Vision 2030 Development Plan”, il piano di sviluppo sostenibile e di potenziamento dell’efficienza energetica della città.